cosa succede tra abaco e zuzzurellone? aba-zuz lo sa o forse solo se lo immagina? e comunque te lo dice un po' alla volta.
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giovedì 13 maggio 2010

EI FU (siccome è morto)


Pomponio Facco era un uomo di natura eccezionale, non solo per l'ingegno e l'ardita intraprendenza ma anche per la particolarità di russare in maniera davvero prodigiosa: questo ovviamente era estremamente sgradevole per la sua amata consorte Eufrosina Ceppi Baldanzi (in Facco).
Pomponio amava di un amore tenero e incondizionato la sua Eufrosina donde soffriva moltissimo per via di questo suo non lieve problema che andava a turbare le loro notti insieme.
A nulla erano valsi i numerosi tentativi compiuti con i più svariati rimedi naturali (decotto di fiori azzurri, corona d'aglio, supposta di cedrone, impacco di fegato frollato e verza, sulfurismo di cotogno e finanche sanguisughe genitali) per smorzare il frastuono notturno che impediva di fatto alla provata Eufrosina di dormire.
Taciturno e solitario ma generoso quanto pieno di idee futuristiche e nuovi progetti, Pomponio s'inventò allora un ardito congegno in grado isolarlo acusticamente. La stupefacente creazione una volta terminata fu orgogliosamente battezzata dal suo artefice Pneumo Guanciale.
Trattavasi di un casco da palombaro in ghisa del peso approssimativo di 93 chilogrammi opportunamente modificato che veniva adagiato sul letto in sostituzione del cuscino. Il Pneumo Guanciale era capace di isolare la testa del dormiente come se posta in un'ampolla, le guarnizioni ottenute da cotica di porco assicuravano una perfetta tenuta sonora mentre una presa d'aria posta sulla sommità garantiva una costante ossigenazione senza perdita di efficienza, grazie a una innovativa membrana di budello equino in grado di filtrare l'incessante russamento.
La sera del collaudo Pomponio poteva ben dirsi fiero di sé; coricatosi come d'abitudine di buon'ora con la sua Eufrosina (e dopo aver espletato i doveri coniugali) infilò baldanzoso la testa nel suo luccicante Pneumo Guanciale; la sposa, opportunamente istruita, allacciò fiduciosa le guarnizioni di cotica suina, suo era anche il compito di sciogliere le cinghie al risveglio e liberare la testa del dormiente.
Purtroppo il Pneumo Guanciale si rivelò un invitante giaciglio anche per il signor Eustachio, il gatto di casa. Forse attirato dal costante, silenzioso alito tiepido che filtrava dalla presa d'aria per l'ossigenazione, con innovativa membrana di budello equino, il felino si adagiò sulla levigata calotta del congegno per farsi una bella ronfata, con l'esiziale risultato di ostruire completamente la suddetta presa d'aria e impedire l'opportuna e indispensabile ossigenazione. Pomponio morì asfissiato in breve tempo, a nulla valsero i suoi richiami disperati: il Pneumo Guanciale garantiva una perfetta insonorizzazione.
La tenera Eufrosina dormiva profondamente godendosi beatamente la prima (e ultima) notte silenziosa del suo matrimonio, ignara della tragedia che andava consumandosi sul suo stesso letto.
Il signor Eustachio visse per altri cinque anni, morì sbranato da un cane randagio.

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